Come vincere la paura di volare
Estate: tempo di sole, mare, vacanze, viaggi… magari nelle vicinanze, magari spostandoci con treni, traghetti, auto…. Magari rinunciando all’aereo e alla comodità di raggiungere mete lontane facilmente.
Eh sì, la paura di volare è molto più diffusa di quel che si pensi, se consideriamo che non tutte le persone sono tenute o si sono mai trovate nella necessità, nella possibilità di prendere un aereo, per cui rappresentano quella fetta di popolazione che non può esprimersi sull’avere paura o meno di volare.
Certamente al di là del fare o meno una vacanza in mete lontane, la paura di prendere un aereo può comportare disagi e limiti, influenzando le relazioni interpersonali magari dovendo rinunciare ad andare a fare visita a quel parente oltreoceano o, talvolta, andando a influire negativamente sulla sfera lavorativa. Comunemente la chiamiamo paura; tuttavia, se diventa estremamente invalidante si tratta di una fobia, più precisamente riconosciuta come aviofobia. A tal proposito è opportuno fare una distinzione, appunto, tra paura e fobia, che non sono propriamente la stessa cosa.
Paura di volare: quando ne parliamo?
Sin da piccoli siamo soliti legare la paura a una situazione che abbiamo sperimentato come poco piacevole e poco rassicurante. Insomma possiamo parlare di paura quando si attiva in noi una condizione di allarme suscitata dalla consapevolezza di essere minacciati da un pericolo circoscritto e circostanziato nel tempo e nello spazio. Il pericolo, inoltre, può essere oggettivo, ovvero esiste realmente una qualche possibilità di minaccia alla propria incolumità o soggettivo, cioè quando consideriamo uno stimolo pericoloso, anche se neutro, perché siamo stati condizionati da esperienze che si sono rivelate traumatiche o perché abbiamo in un certo senso acquisito paure proprie di persone che ci sono vicine, in un meccanismo di condizionamento, vivendole come se fossero proprio nostre.
Lo sapevate che, nonostante tutto, la paura ha una funzione positiva per la nostra sopravvivenza?
Permette, infatti, di segnalare uno stato di emergenza o di allarme preparando il corpo e la mente a una possibile risposta di attacco o di fuga rispetto alla minaccia presente. Laddove la paura diventa paralizzante e invalidante, procurando un’eccessiva scarica di ansia, panico e fobia, allora perde la sua connotazione positiva, convertendosi in un sintomo psicopatologico. La paura si riferisce allo stato presente, l’ansia è il senso di apprensione che si prova nel prevedere un problema che potrà esserci in futuro.
Allora, paura di volare o fobia?
Beh, la paura di prendere un aereo, soprattutto se è una prima volta, si associa naturalmente alla novità e alla mancanza di esperienza per quello stimolo per cui è legittimo sentirsi preoccupati. Certamente questa preoccupazione non impedirà di affrontare il volo o di vivere come nefaste le eventuali difficoltà del viaggio. Ad esempio, se l’aereo si trova in una zona di turbolenza, il suo movimento può far preoccupare ma una volta ristabilito l’equilibrio, la preoccupazione scema e tenderemo a tranquillizzarci.
Invece è proprio quando la preoccupazione diventa eccessiva e compaiono sintomi di ansia diffusa e anticipatoria, che si può parlare di fobia. Possiamo cominciare ad avere pensieri e immagini catastrofici il cui contenuto può andare dal vedersi precipitare per avarie, turbolenze fino al vedersi morire per la propria stessa agitazione, privo dei soccorsi necessari; oppure avere tachicardia con la sensazione di stare per soccombere, nausea, vertigini, confusione, immobilità, mutacismo. Chi sperimenta un livello di ansia così elevato, può cominciare a mettere in atto tutta una serie di rituali per cercare, INVANO, di gestirla e di affrontare il volo.
In casi più gravi, in cui la componente ansiosa è ancora più intensa, possono comparire veri e propri attacchi di panico (sudorazione eccessiva, paralisi corporea, tachicardia, fame d’aria, sensazione di stare per impazzire o per morire).
Si instaura così un circolo vizioso in cui il senso di agitazione tenderà ad aumentare e se capita di dover riprendere l’aereo allora si proverà lo stesso livello di ansia già all’avvicinarsi del momento dell’imbarco. Così può succedere che si metta definitivamente una croce sopra all’opzione volo e si eviti di programmare un viaggio che preveda spostamenti in aereo o che si scenda, disperati, prima della partenza.
Si parla quindi di fobia quando siamo oltre la semplice preoccupazione: infatti questa non impedisce di vivere l’esperienza del prendere l’aereo, né fa in modo di considerarla qualcosa di estremamente pericoloso.
La fobia invece è una paura irrazionale, persistente e sproporzionata rispetto al pericolo reale che un oggetto o una situazione possono comportare; determina condotte di evitamento di ciò che è considerato minaccioso.
Molti sono consapevoli che la loro paura è esagerata, ciononostante non riescono ad affrontarla anzi, spesso, proprio la consapevolezza di esagerare la possibilità di pericolo, li rende ancora più esposti all’ansia, a sentimenti di inadeguatezza, autosvalutazione e depressione dovuti al considerarsi incompresi, diversi dagli altri.
Molto spesso non è nemmeno la paura in merito alla sicurezza del volo la causa scatenante l’ansia ma altre tipologie di fobie (claustrofobia-paura degli spazi chiusi, agorafobia-paura dei luoghi affollati, acrofobia-paura delle altezze) e la paura di abbandonare le sicurezze a rinforzare l’ansia del volo.
Ma perchè la paura dell’aereo è immotivata?
Secondo alcune statistiche l’aereo si configura come il mezzo di trasporto più sicuro in assoluto, col minor numero di decessi legati a problematiche del veicolo. Nel 2016 il numero è al di sotto della media degli ultimi 10 anni, dimostrando come, terrorismo a parte, volare risulta sempre più sicuro. (fonte). La strada si conferma invece, essere di gran lunga più pericolosa.
Spesso è l’idea di non poter controllare la situazione e di essere nelle mani di persone che non conosciamo a generare la percezione di pericolo, soprattutto in chi ha scarsa fiducia negli altri. Altro aspetto è la sensazione di non poter far affidamento ad una facile e rapida via di uscita in caso di difficoltà. Non avere il controllo, in chi cerca affannosamente di averlo nella propria vita, diventa di per sé un fattore ansiogeno, che va ad aumentare quando a causa dell’ansia eccessiva, si mettono inevitabilmente in atto comportamenti per i quali poi ci si sente giudicati negativamente.
Come vincere la paura di volare?
Come per qualsiasi fobia, non esiste un vademecum generalizzato, un manuale di istruzione che prevede la risoluzione ottimale del problema se si seguono tutti i punti citati. Ogni ansia, ogni fobia nasce da ragioni molto profonde a cui non sempre riusciamo a dare un senso da soli. Sono stratificate in nodi di esperienze, di interpretazioni e di significati soggettivi di ciò che intimamente si è sperimentato.
Qui propongo una lista di piccoli punti che possono aiutare a rendere il volo più confortevole, fermo restando che non vanno ad eliminare il problema alla radice.
- Evitate di rimuginare sul viaggio molto tempo prima della partenza; non è un non pensarci, dal momento che non pensare al volo è già un pensare al volo. Si tratta piuttosto di dedicarsi alla preparazione della valigia, all’acquisto dell’occorrente per il viaggio, a trovare libri che possono farci compagnia, insomma concentrarsi su altro relativamente allo spostamento e non sul volo in sé.
- Evitate di assumere bevande contenenti caffeina e alcolici le ore immediatamente precedenti al volo e bevete acqua.
- Indossate vestiti comodi e mettetevi nella condizione di poter togliere le scarpe dai piedi, durante il viaggio, per sentirvi più rilassati.
- Chiedere a un amico, un familiare di essere accompagnati se l’idea di essere da soli agita ulteriormente ed organizzate l’arrivo in aeroporto con tutta calma, in modo da evitare lo stress delle corse dell’ultimo minuto e cercate di familiarizzare anche con l’ambiente.
- Fate sapere al personale di bordo che siete nervosi; l’equipaggio è preparato ad affrontare situazioni di questo genere e saprà offrirvi le attenzioni e le rassicurazioni di cui avete bisogno: non esitate a chiedere informazioni sul viaggio.
- Dedicatevi alla lettura, all’ascolto di buona musica (preparatevi una playlist con la vostra musica preferita o con musica rilassante), alla visione di un film o parlate con la persona che vi accompagna.
- In caso di turbolenza, concentratevi sulla respirazione (quella diaframmatica per intenderci: inspiro col naso, lentamente, con la mano sul diaframma – quel musco letto sotto al petto- sento la pancia ingrossarsi; quando espiro con la bocca, sento con la mano, la pancia sgonfiarsi). Oppure con un braccialetto di gomma procuratevi volontariamente dolore al polso, tirandolo: in questo modo lo shock del dolore ci distrae dall’ansia. Assumete una posizione comoda e pensate a una scena per voi serena e rilassante.
- Vi consiglio un ottimo forum sulla paura di volare: consultatelo, sono gli stessi piloti a rispondere alle vostre domande e alle vostre paure!
- Si può consultare il medico il quale, laddove necessario, prescriva farmaci per aiutarci ad affrontare il volo senza stare male.
- Come per qualsiasi paura, se rimane incontrastata, si amplifica sempre di più e può estendersi ad altre aree di vita. Per cui si possono prendere alcuni accorgimenti ma la cosa importante per la sua risoluzione è decidere di lavorare su di sé attraverso l’aiuto di professionisti del benessere psicologico.
la psicoterapia può infatti aiutare nella comprensione del nodo ansioso e nell’elaborazione degli schemi cosiddetti disfunzionali perché limitano la vita e condizionano la serenità della persona.
Ricorda però che qualsiasi psicoterapia può funzionare solo se alla base vi sia un minimo di motivazione nell’intraprendere un percorso che, in quanto sconosciuto, può di per sé suscitare ansia in soggetti già predisposti.
Ma perché restare a terra quando c’è un intero mondo da scoprire?
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