La solitudine di Natale
Chi di noi non conosce almeno una persona che non ama il periodo natalizio? Il Natale può generare emozioni meno piacevoli di quelle che una festa dovrebbe portare. Complice il bombardamento mediatico che offre scene di vita in cui si è tutti insieme a divertirsi. Già! Se si pensa al Natale, si pensa all’aria di casa, quella calda, fatta di addobbi e calore umano. Si pensa alla vicinanza, allo scambio di doni. Si pensa alla famiglia. E quando questa non c’è o non è esattamente il nido caldo e accogliente, pronto ad ospitare e a ritrovarsi? Quando si avverte l’assenza di una persona cara? Quando si è fisicamente lontani dai propri affetti?
Perchè ci sentiamo soli e tristi a Natale?
La famiglia viene idealizzata sia nel caso di un lutto, di un allontanamento, sia nel caso ci sia stata una crisi.Tuttavia, anche chi vive una vita relativamente stabile e tranquilla, in queste occasioni, può essere più portato a fare un bilancio della qualità delle proprie relazioni, familiari, amicali, influenzato dalle aspettative sociali, dalle pressioni dei propri affetti, dai cambiamenti. Troppe cose sono cambiate da quando si era bambini e si aspettava con ansia l’arrivo di Babbo Natale.
Si parla di reazione da anniversario, quando durante le feste o per qualsiasi ricorrenza, facciamo bilanci e ne percepiamo un senso di smarrimento. Riaffiorano emozioni e sentimenti che possono anche non avere nulla a che fare con quanto accade nel momento presente. Riguardano il passato, riguardano aspetti della nostra vita mai del tutto elaborati.
Quando poi si registra anche una mancanza di legami significativi, di intimità, è lì che si può avvertire maggiormente il triste spettro della solitudine.
Ovviamente non per tutti può essere un problema ma per tanti lo è, almeno nella misura in cui, queste festività amplificano sentimenti di angoscia e straniamento.
Sì, perché aldilà dell’essere un fatto oggettivo, il sentirsi soli è una condizione psicologica spesso scollegata dalla presenza o meno di altre persone intorno.
La solitudine richiama il non sentirsi parte di un legame, il non saper come soddisfare uno dei nostri bisogni primari, quello di appartenenza. E il Natale, che è la festa dell’appartenenza, tanto da sentirlo anche nel detto “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”, può intensificare una sensazione di solitudine, probabilmente sentita anche nel resto dell’anno ma più facilmente messa a tacere.
Come ogni cosa nascosta sotto al tappeto della nostra vita, però, prima o poi riaffiora e ferisce.
Se vivi questa sensazione puoi sentirti smarrito, in un altro pianeta, dove il resto del mondo è fuori mentre tu rimani nella tua gabbia, cupa, a “leccarti le ferite”. Un distacco dal senso collettivo che alimenta la sofferenza e l’incapacità di aprirsi all’esterno, alla possibilità di esprimere emozioni e nutrirti di uno scambio intimo e arricchente con gli altri. Ci si può sentire un po’ più soli, anche se ci troviamo nel mezzo della festa, circondati dagli affetti più cari, perché si desidera essere amati, coccolati ancora, magari come un tempo.
Cosa fare per combattere la solitudine di Natale?
Le esperienze dolorose, gli eventi che accadono nella nostra vita, belli o brutti che siano, influiscono poi sul modo in cui viviamo il nostro presente e ci relazioniamo agli altri. Sono un dato di fatto e non possono essere cancellati. Ciascuno di noi però, può avere il suo personalissimo modo di riorganizzare il significato che attribuisce al Natale e, di conseguenza, a se stesso durante questo periodo dell’anno. L’aspetto più importante è, però, considerare che evitare le emozioni spiacevoli, nascondendole ancora una volta sotto al tappeto, non fa che farle durare sotto forma di malinconia e tensione. Provare tristezza è normale. Accettare le proprie emozioni negative, senza temerle o combatterle, aiuta a passare oltre e magari a fare spazio anche ad altri stati d’animo.
Se è possibile, coinvolgi persone di fiducia a cui esprimere il tuo malessere, per darti il permesso di poter essere autenticamente te stesso, senza ostentare un’allegria forzata. Il sentirti fuori luogo è una trappola mentale che si nutre proprio della convinzione di doverti attenere alle aspettative di altri, in questo caso dover mostrare gioia, allegria, felicità.
È importante essere coerenti con ciò che si sente, imparando anche a dire di no quando la situazione è molto oltre le proprie corde. Il malessere che senti è un segnale di un qualcosa che non è stato ancora risolto o elaborato. Il problema delle feste è che non basta un clima gioioso per non sentire il rumore di fondo di ciò che manca, dei rimorsi, dei rimpianti, delle delusioni. A volte sono così rumorosi da sovrastare il chiasso intorno.
Ma, se impari a fare i conti con te stesso, puoi trasformare un momento di disagio anche in un’occasione per guardarti dentro, per conoscerti meglio.
Riuscire a sentirsi, è il primo passo per attuare un cambiamento. Significa capire cosa disturba e provare a risolverlo, magari individuando qualche atteggiamento da modificare o assumendoti rischi e responsabilità per cambiare la direzione della tua vita. Forse, tra i vari regali, questo potrebbe essere quello più importante per te e se non è sufficiente, tra i nuovi propositi del nuovo anno, considera un percorso psicologico: se vuoi puoi contattarmi attraverso il modulo in basso.
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