Dal paradiso all’inferno: come si sviluppa un amore tossico
I casi di cronaca devono farci prestare attenzione alla qualità dei nostri legami e di quelli delle persone a noi vicine. Troppo spesso, una relazione tossica, la si scopre solo dopo un tragico fatto di cronaca, ma esistono numerosi campanelli di allarme che, se riconosciuti per tempo, possono evitare che una storia d’amore malata finisca nel modo peggiore.
Ma come riconoscere una relazione tossica?
Quali sono i segnali che devono farci destare i primi sospetti? Le relazioni di questo tipo sono spesso simili fra loro ed attraversano varie fasi che proveremo a sintetizzare con un esempio.
Marta è una persona particolarmente sensibile e pronta ad aiutare il prossimo. Marta incontra Giovanni, un uomo in gamba, piacente, ambizioso, che si mostra sicuro di sé. Già dalle prime battute appare interessante, ci tiene a presentarsi come una persona influente, pieno di risorse, di amici. Marta e Giovanni hanno iniziato da poco una relazione sentimentale. Marta non era mai stata tanto presa da un uomo, prima di Giovanni. Lui la sa prendere, è dolce, premuroso, gentile, ha occhi solo per lei. La chiama tantissimo durante la giornata e per Marta è proprio il segno che lui si interessa a lei come nessuno aveva fatto mai. Giovanni parla molto con Marta. Le racconta tutto di sé, subito. Anche momenti di vita particolarmente dolorosi, che magari altri avrebbero tenuto in serbo o condiviso chissà dopo quanto tempo. Si sente che ha sofferto molto e Marta è pronta ad accogliere il suo dolore, a prendersene cura. Ma Giovanni è anche un bravo ascoltatore. Marta si fida e gli racconta di lei, vuole passare gran parte del suo tempo con chi si interessa veramente a lei. Giovanni la fa sentire speciale, unica. Le sembra di stare al settimo cielo. Una storia d’amore degna dei film. Con lui non si sentirà mai più sola. D’altronde Giovanni le ripete sempre che sono fatti per stare insieme, che lei è la persona migliore che abbia mai incontrato.
Come è bello sentirsi amati, accolti, in maniera incondizionata, pensa Marta. Finalmente quel suo grande bisogno di una persona che l’amasse e la proteggesse si è appagato. La vita non l’ha saputo fare ma Giovanni sì. Ma l’idillio comincia a spezzarsi. Sarà che Giovanni sta passando un periodo stressante a lavoro. Sarà che Marta non risponde sempre in tempo alle telefonate e alle domande di lui. Anche lei è impegnata, ma non come Giovanni. Giovanni lo è molto di più, sempre molto di più di tutti. Bisogna capirlo. Lo stress di Giovanni aumenta quando non sente da parte di Marta le stesse attenzioni che lui dà a lei. Marta lo capisce, farà qualsiasi cosa per non perderlo e per non farlo innervosire. D’altronde è sempre stato buono con lei. Marta accetta, pian piano, le sue regole e le sue limitazioni. Soddisfa Giovanni a costo di isolarsi progressivamente dai suoi amici, familiari, colleghi. Esiste lui e non può permettersi di perderlo. E non lo perderà, non muoverà un passo senza di lui, anche perché le sue relazioni sociali precedenti a Giovanni sono ormai un lontano ricordo.
L’idillio si incrina. Ora l’amore ha lasciato il posto a un sentimento ancora più travolgente: la paura di essere abbandonata. Marta sa che Giovanni è in gamba. Lui ce la farà anche da solo. È lei che ha bisogno di lui. Per lui è disposta a tollerare anche le sue offese, del resto un po’ se le merita se non riesce a soddisfarlo più come un tempo. Per lui è disposta a farsi distruggere l’autostima, d’altronde se è così inetta, è grazie a lui che può riscattarsi. Marta ormai, non ha più un baricentro emotivo: è completamente slittato su Giovanni. Se lui è felice e riesce a darle anche solo un briciolo di attenzione, lei è di buonumore. Se è arrabbiato, teso o polemico tanto da non degnarla di uno sguardo, Marta è triste e impotente.
Ormai Giovanni ha assunto il pieno controllo sull’ignara Marta, la quale farà sempre di più per assecondarlo, convinta di non poter vivere senza di lui e che nessun altro la vorrà mai più, dopo.
Le fasi di una relazione tossica
La storia tra Marta e Giovanni, è una delle tante relazioni che iniziano con la cosiddetta fase del love bombing, dove tutto sembra meraviglioso. Ci si sente riempite di attenzione, di premura. Lui non contraddice mai, non ha un parere discordante, è sempre affabile. Poi, tutto cambia, iniziano le richieste, le limitazioni e poi l’aggressione all’autostima. Il partner, che prima sembrava la copia reale del principe azzurro di fiabesca memoria, comincia a essere più scostante, più irrequieto, chiede sempre spiegazioni, non si fida mai fino in fondo. Questa è la fase in cui chi detiene il potere, lo aumenta, temendo che il partner possa cominciare a provare disinteresse. Siamo al condizionamento, fase in cui chi subisce il potere dell’altro, comincia a non sentirsi più serenamente libero di pensare o fare ciò che desidera ma deve, in una qualche misura, rendere conto, tanto conto, al partner, per la paura di deluderlo o di incorrere in sbagli di cui poi si sentirà colpevole. Incomincia qui a delinearsi uno strano gioco di potere, dove un partner si impone e l’altro asseconda per ottenere benevolenza, per essere amata e per non incorrere nella sua rabbia. Questo è un passaggio delicato in quanto chi si mostra accondiscendente, al punto da tollerare comportamenti offensivi dell’altro per dimostrare di essere disposti a tutto pur di mantenere il legame, comincerà a sentirsi e ad essere ancora più svalutato. Purtroppo quanto più si va giù, tanto più ci si sente imprigionati e risucchiati di tutte le energie, anche di quelle che servirebbero per fare un passo al di fuori di una relazione che di sano comincia ad avere molto poco. Da qui si può passare facilmente alla fase dell’annichilimento. Chi ha subito il potere e la manipolazione, si ritrova ora con l’autostima completamente distrutta. Dal momento che arriva a dubitare di se stesso e a pensare di essere una brutta persona, debole,stupida, passiva, comincia a fare qualsiasi cosa pur di evitare l’abbandono. Non si è più in condizioni di reagire. Compaiono ansia, depressione. umore instabile, tensione psicofisica e se non si capisce che bisogna uscire dalla trappola di ciò che erroneamente si pensa sia amore, non ci si può sentire bene e liberi di respirare a pieni polmoni.
Si sviluppa un legame instabile, traumatico, difficile da spezzare se non attraverso una attenta presa di coscienza sulle caratteristiche distruttive del rapporto. Un rapporto che lega due persone che giocano, in maniera inconsapevole, ruoli intrecciati dove c’è chi ha potere e chi lo subisce.
La leva psicologica all’origine del mantenimento di un legame simile è un sottile meccanismo di manipolazione che consiste nell’intervallare ricompense a periodi di silenzio e squalifiche, cosicchè la persona che subisce il gioco, si trova a impegnarsi sempre più duramente per soddisfare le richieste sempre più alte del partner, in attesa della ricompensa sperata e desiderata, ovvero essere amata. Una costante altalena di alti e bassi emotivi che genera gli stessi effetti di una dipendenza da sostanze: nei periodi up, si sperimenta euforia e senso di benessere, nei momenti down ci si ritrova in preda ad astinenza e confusione nel non riuscire a capire cosa sta succedendo. In questo clima diventa facile perdere completamente la capacità di comprendere che si sta vivendo un legame disfunzionale, diventa difficile chiedere anche aiuto perché l’unica motivazione che muove le azioni della persona che subisce questo climax emotivo, è solo riconquistare le attenzioni perdute del partner.
Chi conosce persone che vivono simili esperienze non deve girare lo sguardo altrove ma aiutare a far capire di cosa si tratta, prima che la situazione diventi ancora più complessa e ingestibile. Un supporto psicologico è di fondamentale importanza.
Se ti riconosci in una relazione di questa tipologia, effettuo consulenze online con whatsapp o presso il mio Studio a Salerno.
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