Come uscire da una Relazione Dolorosa
In un precedente articolo (attaccamento e amore: quando le relazioni fanno male) mi sono soffermata sulle dinamiche che determinano gli incastri amorosi perfetti, si ma perfettamente dolorosi, perché poco gratificanti, tossici o vissuti a senso unico (non esisto senza te: la dipendenza affettiva). Legami che, invece di stimolare la crescita della coppia e regalare benessere ai partner, infondono negatività, insicurezza, tormento.
Il capire di essere in una relazione dolorosa è già un grande progresso. Talvolta, soprattutto quando le si sono provate tutte, ma nulla cambia, anzi ci si sente sempre più stanchi e con la sgradevole sensazione di dover snaturare se stessi per andare incontro alle aspettative (sempre insoddisfatte) dell’altro, segue il desiderio di fare un ultimo passo: quello verso la rottura della relazione, di cui si è presa consapevolezza, e la spinta verso la propria libertà. Tuttavia è qui che si fa maggiormente fatica. Si ha paura di sbagliare, di effettuare una scelta di cui pentirsene, ci si sente in colpa verso la persona a cui si dovrebbe dire “addio”, ci si sente timorosi di andare autonomamente incontro a un futuro, si avverte il peso del senso del fallimento e della disillusione rispetto a una storia che appariva diversa.
Porre fine ad un amore tossico – che fa male
Chiudere un ciclo, iniziarne un altro, è sempre un momento doloroso nella vita di chiunque. A maggior ragione se con il proprio partner si condividono figli, per cui, bisognerà comunque averci a che fare. E tutto diventa ancora più difficile se la separazione fa emergere uno dei tanti problemi che riscontro nelle persone che incontro: la paura di essere soli, soli nel dover andare avanti, soli nell’intercettare vissuti di sofferenza che diventano mostri invincibili, soli, perché prima troppo concentrati e riflessi nella relazione dolorosa con l’altro, al punto da mettersi, spesso, da parte e perdere (semmai si fosse mai avuta) la capacità di restare in compagnia di se stessi.
Uscire da una relazione dolorosa passo dopo passo
Per uscire fuori da una relazione dolorosa, insomma, è importante, innanzitutto, che la si identifichi come una relazione che fa male ma, una volta capito, non basta solo volerlo. Bisogna entrare nell’ordine di idee che qualcosa dovrà essere modificato, nel modo in cui ci si relaziona al mondo e si affronta la vita.
- Per cui sarà necessario riflettere su se stessi, capire perché siamo finiti in quel tipo di relazione; per evitare di poterci ricadere e per contrastare quelle insicurezze e quei timori di non essere amati se siamo semplicemente noi stessi.
- La sofferenza che ne consegue, inoltre, non dovrà essere evitata o demonizzata. Sicuramente ci sarà una brutta sensazione di vuoto interiore che peserà per qualche tempo, tempo assolutamente soggettivo e diversificato da persona a persona. Una certa dose di dolore sarà inevitabile dunque, ma sarà proprio quella l’occasione in cui si può imparare a mettersi in contatto con se stessi e, pian piano, riempire un vuoto lasciato dall’assenza dell’altro con la calda nostra presenza. Se si coglie come occasione di rinascita diventa un prezioso momento in cui fare i conti con se stessi, con i propri limiti ma anche con le proprie risorse, e con la piacevole sensazione di sentirci capaci di ritrovare, nonostante tutto, il nostro baricentro.
- Riprendere in mano la propria vita, provando ad essere sempre più padroni è uno degli obiettivi da perseguire dopo la chiusura di una relazione dolorosa soprattutto se ci si è sentiti, nel tempo, non completamente autonomi, ovvero in grado di decidere e di fidarsi di se stessi.
- Inoltre è di fondamentale importanza imparare ad amare se stessi, recuperare i propri hobby o gli interessi magari messi da parte o mai coltivati, a causa di un rapporto che logorava o assorbiva completamente. Imparare ad amarsi significa imparare a darsi importanza e capire che anche le proprie necessità, i propri, bisogni e i propri progetti hanno un peso. Se ci si dà valore senza il timore di perdere l’altro, non si sarà nemmeno più inclini a cadere in relazioni dannose, semplicemente perché non si permetterà più a qualcuno di farci del male.
- Di qui l’importanza anche dell’imparare a dire NO. No di fronte ad atteggiamenti che percepite come svalutanti, irrispettosi. No di fronte alle invadenze dei propri spazi dei propri tempi, no di fronte a situazioni che vi fanno male. Il no è un potente confine che delimita il punto oltre al quale non volete che l’altra persona si spinga per non violare la vostra serenità. Riuscire a dirlo equivale a riuscire a farsi rispettare, quando è necessario, ed è segnale che l’autostima e l’amor proprio stanno aumentando.
- Imparare ad apprezzare ciò che si è, individuando i propri punti di forza, è una potente arma per contrastare un’eventuale tendenza nel cercare l’approvazione degli altri, meccanismo spesso alla base di legami disfunzionali, in cui, per il timore di essere abbandonati o per contenere atteggiamenti aggressivi dell’altro, ci si adegua ai pensieri o alle richieste di questo.
Il ruolo dello psicologo per aiutare ad uscire dalle relazioni dolorose
Rivolgersi, inoltre, a uno psicologo o psicoterapeuta (no love coach o similari) può essere estremamente efficace per andare a lavorare su aspetti delicati come i meccanismi personali e relazionali (ecco perché sottolineo la necessità di figure con un’adeguata preparazione) che sono stati alla base degli schemi maleadattivi presenti nella relazione disfunzionale. Obiettivo: prendere maggiore consapevolezza di sé e evitare di riproporre questi schemi in futuro. In una sola parola: RINASCERE.
Se ti ritrovi in quanto ho scritto in questo articolo, prova a contattarmi: un aiuto psicologico può aiutarti a star meglio; effettuo consulenza online con whatsapp o presso il mio Studio a Salerno.
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