Quando la Sessualità è un Tabù – Laboratorio di gruppo
Dopo l’esperienza dei gruppi dedicati al trattamento della dipendenza affettiva e delle sue difese Io che non vivo senza te (1° livello) e Amore Cactus (2° livello), in cui è stato applicato il Metodo elaborato dal Dipendiamo a cui sono associata, è nata l’idea di dedicare uno spazio al tema della sessualità, come una naturale prosecuzione dell’importante lavoro su se stesse.
È nato così il laboratorio Quando la sessualità è un Tabù, che si è svolto a Salerno e ha visto la preziosa collaborazione della collega Manuela Morra e di donne coraggiose che hanno deciso di mettersi in gioco su un tema così delicato e così importante, ma che spesso risente di tabù, pregiudizi, educazione rigida e fatiche legate alla fase di vita della persona e alle dinamiche della coppia.
Perché un incontro di gruppo sulla sessualità?
La condivisione in gruppo, favorita dalla narrazione di molteplici vissuti, permette di amplificare consapevolezze o di acquisirne di nuove. Di uscire dall’isolamento che un carico emotivo comporta: ci si sente sollevati nel percepire che non si è soli con quella fatica.
Inoltre, nel rispecchiarsi nelle storie di ciascun partecipante, si abbattono ostacoli e timori che possono contrastare una libera espressione di sé: ognuno comincia ad illuminare parti che non conosceva ancora e a dare parole a vissuti che erano ancora poco esplorati. Il gruppo trae la sua forza dai legami che nascono, che permettono di ritrovare fiducia nell’altro, elemento importante soprattutto per chi ha vissuto esperienze affettive avverse o poco nutrienti.
Il gruppo di primo livello Io che non vivo senza te ha permesso di lavorare sulla differenza tra amore sano e amore disfunzionale, di capire dove ha origine l’amare troppo e il soffrirne, di cominciare a sfamare da dentro quel vuoto che porta a cercare fuori amore, sostegno, calore, vicinanza, in relazioni spesso nemmeno nutrienti.
Il secondo livello, Amore cactus, ha acceso i riflettori sulle difese di chi soffre di dipendenza affettiva. Difese che sono nate da ferite relazionali antiche e recenti, che ostacolano la possibilità di entrare in intimità con l’altro senza paura, ansia, controllo. Ma anche su tutte quelle risorse che spesso nemmeno si sa di avere. Risorse importantissime per imparare a prendersi cura di sé. Con queste premesse nasce l’idea di un incontro in cui approfondire la sessualità e le tematiche legate ai cuori feriti, corazzati, difesi, che soffrono di dipendenza affettiva (e non solo), con l’obiettivo di rimettersi in gioco, ripartire, amarsi e amare in modo sano.
Cosa si fa durante il laboratorio?
Ci si confronta su temi delicati, su vissuti faticosi, in un clima disteso e di ascolto non giudicante, insieme alle psicoterapeute.
Obiettivo? La cura e il benessere psicologico, attraverso il gruppo che aiuta nella consapevolezza di se stessi e dei nostri modelli relazionali, amplificando processi trasformativi. Il laboratorio abbraccia temi quali cos’è una sessualità sana (all’interno di una dimensione di benessere), quali sono i condizionamenti che ostacolano la possibilità di vivere una sessualità appagante, quali fatiche affettive, pensieri, tabù, pesano sul cuore rendendolo chiuso e impaurito.
Il gruppo diventa così una parentesi in cui fermarsi e cominciare ad ascoltarsi per imparare a rivolgere verso di sé tutte quelle energie, attenzioni, rivolte all’altro, imparando a sostare nel proprio vuoto, dandogli parole, cure, senza scappare in distrazioni che non fanno altro che aumentare la voragine di fame di amore e di gratificazione di bisogni. Il laboratorio sulla sessualità non vuole però sostituirsi a un percorso psicoterapeutico individuale, che è importante affiancare.
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